Lui & Lei
Con l'istruttore di SUP a PortoPiccolo
di Shoganai65
23.06.2022 |
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"Sapeva cosa voleva dire, ci era abituata..."
Cristina se ne stava languidamente sdraiata sulla spiaggia semideserta di PortoPiccolo. Erano le ultime ore del pomeriggio. Si era tolta il reggiseno dello striminzito bikini per prendere il sole in topless. Il giovane bagnino non la smetteva di toglierle gli occhi di dosso. Ammirava le sue tette sode, i capezzoli turgidi, il corpo sinuoso e, accarezzandosi l’uccello in tiro sotto il costume, già si immaginava di potersela scopare alla fine del turno. Mancava solo un’ora. Anche la coppia seduta sotto l’ombrellone la guardava. Lui furtivamente, con malcelato desiderio, pronto a saltarle addosso fosse stato da solo. Lei invece con un misto di invidia e gelosia per quel corpo perfetto, le gambe toniche, il culo sodo senza cellulite. A essere sinceri sarebbe piaciuto a entrambi conoscerla, farla partecipe delle loro inconfessate fantasie erotiche, formare un triangolo per vincere la noia vacanziera di quel posto finto.
D’un tratto Cristina si alzò, guardò verso il mare e lo vide passare vicino la riva, in piedi come un dio greco sul suo SUP. Era abbronzato, atletico, coi capelli lunghi ed i muscoli nervosi. Pagaiava lentamente ma deciso verso il porticciolo di Sistiana. Lo seguì con lo sguardo mentre sentiva una fitta sempre più forte farsi strada tra le sue gambe. Sapeva cosa voleva dire, ci era abituata. Per calmarsi un po’ ed allentare la tensione entrò in acqua, fino all’ombelico, sperando di raffreddare i bollenti spiriti.
In quel mentre si rese conto che Lui stava tornando indietro. Aveva virato di 180 gradi il e si stava avvicinando di nuovo. Ci pensò un po' sù... No, questa volta non se lo sarebbe fatta scappare. Fece ancora due passi in avanti rimanendo con le tette a filo d’acqua. Lo sciabordio delle onde le bagnava quel tanto per far irrigidire i capezzoli scuri e duri.
Anche Lui l’aveva finalmente notata. Diede due pagaiate sulla destra del SUP per deviare leggermente la sua rotta e passarle più vicino.
“E’ difficile stare in equilibrio su quel coso?” gli chiese con un eloquente sorriso quando fu a pochi metri da lei.
“Assolutamente no, basta fare un po’ di pratica… E’ divertente” rispose lui smettendo per un attimo di pagaiare e lasciando che la tavola si avvicinasse lentamente a quella dea sorgente dalle acque.
“Un giorno mi piacerebbe poterci fare un giro. Potresti insegnarmi come si fa…” disse decisa a non farsi sfuggire l’occasione. D’altra parte era dovuta venire a Trieste per lavoro, il marito era andato in montagna con gli amici e sarebbe rimasta da sola tutta il weekend: tanto valeva divertirsi.
“Perché aspettare? Il mare oggi è calmo, a quest’ora c’è poca gente e non fa tanto caldo. Se vuoi provare l’ebbrezza perché rimandare? Io sono Luigi…” e così dicendo le si avvicinò quel tanto da permetterle di salire a bordo.
Cristina non ci pensò due volte, prese lo slancio con le braccia e si appoggiò col seno sulla tavola. Nel farlo espose il suo culo fantastico alla vista di Luigi cui brillarono gli occhi. A riva il bagnino e la coppia si scambiarono un cenno d’intesa.
“Piacere mi chiamo Cristina” disse porgendogli una mano. “Ora come faccio a tirarmi su senza far cadere entrambi?”
“Tranquilla, adesso io mi sdraio a poppa, ovvero qui dietro, per stabilizzare la tavola e poi tu ti metterai prima in ginocchio per testare il tuo equilibrio. Andrai avanti un po’ pagaiando in questa posizione e poi ti potrai alzare”.
Stando sdraiato dietro Luigi poteva ammirare il culo di Cristina mentre si sforzava di pagaiare. Andava avanti e indietro, con le natiche divise dal filo sottile del suo bikini. Aveva il cazzo duro che fungeva da deriva mentre immaginava di ficcarglielo dentro ad ogni spinta.
Cristina da parte sua accentuava quei movimenti provocanti accompagnandoli con dei gemiti che apparentemente volevano sottolineare lo sforzo in atto ma in realtà suonavano come un richiamo sessuale ed una promessa di godimento.
Avevano raggiunto pagaiando i pontili diroccati di fronte la Costa dei Barbari. A riva, data l’ora, erano rimasti solo un paio di ragazzi gay impegnati tra di loro e qualche voyeur sempre pronto ad approfittare dei movimenti in loco per assistere o partecipare a qualche spettacolo open air e farsi una sega gratuita.
“Si fa un bel po’ di fatica” disse Cristina con aria sorniona.
“Vuoi che ci riposiamo un attimo sulla spiaggia prima di ritornare a PortoPiccolo?” suggerì Luigi direzionando la prua del SUP verso una caletta dove sorgeva anche una capanna naturale fatta di tronchi e rami.
“Era proprio quello che stavo per chiederti!” gli rispose sorridendo e tuffandosi in acqua per raggiungere la riva a nuoto.
Luigi da una borsa stagna che teneva sulla prua prese un asciugamano e due birre in lattina, ne offrì una a Cristina e le indicò la capanna: “Perché non andiamo a bercela là, che stiamo più tranquilli…” Lei gli porse la mano e si affidò a lui.
Brindarono con la birra a quell’incontro casuale. Poi guardandosi negli occhi e sentendo la voglia crescere nei loro corpi bagnati, si baciarono intensamente. Le lingue si intrecciavano con furia e passione. I capezzoli di lei spingevano sul suo petto forte e muscoloso. Luigi con l’unica mano libera le accarezzava la schiena fino alle chiappe che stringeva e sculacciava facendola fremere di piacere. Il suo uccello spingeva sul pube di Cristina che ad un tratto si inginocchiò per prenderlo in bocca. Sapeva di mare e di buono. Era grosso, lungo, con una cappella enorme che iniziò a leccare guardandolo negli occhi.
Nel frattempo un paio di guardoni con gli slip abbassati si erano posizionati all’entrata della capanna e assistevano silenziosi a quell’amplesso masturbandosi in silenzio. Luigi le chiese se la cosa le dava fastidio. Per tutta risposta Cristina si girò in modo da dare una visuale ancora migliore agli spettatori che nel frattempo erano diventati quattro.
La situazione era super eccitante. Luigi distese l’asciugamano per terra e disse a Cristina di inginocchiarsi col viso rivolto verso il pubblico. Voleva prenderla a pecorina. Lei bagnata com’era non se lo fece ripetere due volte. Slacciò i fiocchetti che ancora le reggevano gli slip e li gettò in pasto ad uno degli astanti che lo prese e ne annusò il profumo di figa fradicia.
Luigi dopo avergliela leccata da dietro ed allargata con le dita prese il suo arnese e cominciò a penetrarla lentamente tenendola saldamente per i fianchi. Essere al centro dello spettacolo, vedere i quattro che assistevano alla loro performance con il cazzo in tiro e le facce allupate li eccitò ulteriormente.
Cristina iniziò ad urlare di piacere: “Sì scopami, riempimi tutta, cavalcami, fammi godere!”
Luigi sempre più a suo agio in quella situazione e nella figa di Cristina andò più in profondità, aumentando il ritmo delle pompate, con le palle che ad ogni colpo sbattevano sulle natiche di Cristina.
“Adesso mettimelo nel culo, lo voglio nel culo, sfondamelo!” gli ordinò in preda all’euforia dettata da quel contesto di autentica trasgressione, così lontano dal noioso menage del suo matrimonio.
La richiesta diede ulteriore impulso alle seghe dei quattro guardoni che ammiravano rispettosi a distanza ma nella speranza che qualcuno li invitasse prima o poi a partecipare attivamente a quel banchetto.
Luigi sfilò l’uccello dalla figa, appoggiò la punta della cappella all’entrata dell’ano di Cristina. A causa della salsedine e delle sue dimensioni fece una certa fatica ad entrarle dentro senza procurarle dolore. Lei lo aiutò aprendosi le chiappe con le mani e rassicurandolo che i suoi erano versi di piacere. Una volta penetrata la cappella, tutto il membro iniziò a scivolare con sempre maggiore facilità dentro quel buchetto avvolgente e reattivo. Ogni tanto le stringeva con le dita i capezzoli e le tette, cosa che lei gradiva molto e sottolineava arretrando col culo verso di lui.
Oramai il suo cazzo era immerso dentro di lei. Entrava ed usciva completamente con colpi sempre più profondi. Lui lo ammirava mentre spariva accompagnandolo con una spinta del bacino, poi guardava con aria soddisfatta e di sfida i voyeur all’entrata della capanna. Avrebbero voluto essere al suo posto e questo gli trasmetteva una carica erotica immensa. Stessa cosa valeva per lei. Sentiva l’uccello di Luigi aprirla in due, sfondarla nella sua intimità più nascosta, e allo stesso tempo sentiva la voglia, il desiderio, l’energia di quei quattro uomini là fuori che si masturbavano guardandola e fantasticando su di lei.
Forse un giorno si sarebbe lasciata convincere a partecipare a un’orgia, non ci aveva mai pensato seriamente. Certo la cosa la incuriosiva, la eccitava, ma non oggi.
“Sfondami ti prego, vienimi dentro, riempimi di sborra!” urlò travolta da quei suoi pensieri.
“Ohhhh Sììììì! Godoooooo!!!!!!!!!!” fu la risposta di Luigi mentre con un ultimo colpo ben assestato raggiunse l’orgasmo irrorando quel culo tanto accogliente e caldo.
Più o meno allo stesso tempo vennero anche gli altri maschi che avevano assistito alla scena. Ringraziarono educatamente, riposero l’arnese nei loro boxer, restiuirono dopo un'ultima annusata lo slip a Cristina e si allontanarono soddisfatti, commentando a bassa voce tra di loro.
Oramai il sole stava per scomparire all’orizzonte. C’era solo il tempo per rientrare a PortoPiccolo prima del buio. Questa volta Cristina si sedette sulla tavola mentre Luigi in piedi pagaiava con agilità. Quando raggiunsero la spiaggia il bagnino e la coppia non c’erano già più.
“Grazie per la lezione” disse Cristina sorridendo.
“Sei un’allieva molto dotata e ben disposta” le rispose Luigi.
“Beh, io sarà qui a PortoPiccolo fino domenica. Potremmo organizzare un’altra uscita, magari collettiva…” suggerì lei avviandosi verso l’hotel.
“Organizzo la cosa e ti faccio sapere!” rispose lui pagaiando verso il largo...
Fine
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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